dororo
Titolo Originale: Dororo
Edizione italiana: Dororo, Goen, 2015 -completa
4 volumi, 6.95 euro, 200 pp.
Nota: esiste anche una precedente edizione dei primi 3 volumi di "Dororo" editi da Kabuki Publishing, incompleta.
Edizione originale: 1967, Akita Shoten, 4 volumi.
Dororo, un piccolo ladruncolo, figlio del capo di una banda di ribelli avversa al potere della classe guerriera, e Hiakki-maru, un ronin che lotta contro i demoni per tornare in possesso del proprio corpo: sono i due protagonisti di questo lavoro di Tezuka del 1967, serializzato prima sulla rivista Shonen Sunday e poi su Bokeno.
È un manga che ha come pubblico elettivo quello infantile, ma la sua ambientazione è alquanto diversa da quella quella magico-favolistica di Ribon no kishi: siamo nell'età delle guerre civili nel Giappone degli inizi del XVI secolo, di cui viene subito messo in luce il potere arrogante e brutale dei feudatari e dei samurai.
Non deve sorprendere trovare in un manga di Tezuka pensato per un bambino tale serietà: anche nel mondo incantato di Ribon no kishi o nella savana di Jungle taitei con i suoi animali parlanti incontriamo la consueta "lotta contro il male", che nell'opera di Tezuka assume la forma di una lotta contro un potere opprimente e ingiustificato. In Dororo la serietà di questa lotta compie un passo ulteriore: fumetto per bambini ma con non pochi contatti con i cupi Kirihito, Ayako e lo stesso Black Jack, nella sua duplice vicenda ci racconta il processo di crudele conoscenza e costruzione di sé dei due protagonisti attraverso l'esperienza dell'odio tra gli uomini.
Con Dororo Tezuka non risparmia ai suoi piccoli lettori la rappresentazione diretta di una ferocia che ha un suo primo nucleo all'interno degli stessi legami familiari. Basti solo l'antefatto, un lungo primo capitolo che fa da prologo all'intero fumetto e che è già uno dei suoi picchi narrativi e stilistici: il samurai Kogemitsu Daigo stringe un patto diabolico con 48 demoni in base al quale, in cambio del corpo del suo primogenito, potrà ottenere un immenso potere. Così avviene: Hiakki-maru (si tratta proprio di lui) nasce senza arti, occhi, naso e orecchie, perciò privo di facoltà sensoriali, e, posto in una cesta, viene affidato alle onde di un fiume. Recuperato da un medico che gli costruirà parzialmente il corpo e gli farà da padre adottivo, una volta cresciuto, intraprenderà un lungo cammino per sfidare i 48 demoni del patto paterno e riappropriarsi del proprio corpo. È durante questo viaggio che Hiakki-maru incontra Dororo, bimbo monello e ladruncolo, ed è da questo evento che idealmente ha inizio la vicenda vera e propria.
Un prologo tremendo e fiabesco, dai toni quasi biblici, in cui un padre, con un atto di volontà, diventa carnefice del proprio figlio, in cui le uniche divinità sono quelle demoniache e l'unica vera malvagità quella umana. Che Hiakki-maru e Dororo si incontrino appare al lettore come un momento voluto dal destino: entrambi in lotta contro un nemico, entrambi privi di una famiglia di riferimento, soli ed errabondi, entrambi personaggi incompleti che devono costruirsi da sé. Il percorso di Hiakki-maru, quello di distruggere i demoni uno dopo l'altro - la presenza demoniaca è uno dei pochi elementi fantastici concessi in questo "fumetto per bambini", presenza, non c'è bisogno di dirlo, che rende ancora più vera la brutalità umana rappresentata - non è altro che il processo della conoscenza di sé; attraverso l'immagine di un corpo ancora da costruire e plasmare, Tezuka pone il piccolo lettore di fronte alla verità che crescere significa inevitabilmente passare attraverso l'esperienza del male. Male raffigurato da una schiera di 48 demoni, come poi avverrà in moltissimi shonen manga successivi, oppure, ed è questo un altro dei punti forti del fumetto, da storiche figure di samurai prepotenti e sanguinari e da lotte interfamiliari.
La vicenda di Dororo, bambino che nella sua ingenuità combatte contro questi stessi "signori della guerra", sulle orme del padre, e con il fardello di un passato doloroso, rifrange la vicenda di Hiakki-maru creando, soprattutto nella prima metà del manga, narrativamente più compatta, un gioco di parallelismi e di specchi riflettenti più che riuscito. Su una sorta di logica binaria è costruita la prima parte del fumetto: Hiakki-maru e Dororo, oscillazioni fra passato e presente mediante le quali siamo portati a conoscenza del passato di Dororo, azioni che vedono impegnati entrambi i protagonisti, dapprima separati, poi unendo le proprie forze; insomma, Hiakki-maru e Dororo diventano le due facce di una medaglia, la crescita dell'uno va di pari passo con quella dell'altro. Non solo: Dororo è il protagonista catalizzatore di simpatia, quello che rende più appetibile per il lettore bambino la vicenda feroce di Hiakki-maru, consumata dalla lotta contro il padre; il rapporto fra i due protagonisti cerca di sopperire, con il suo candore, alla mancanza di un rapporto padre-figlio, e di contrastare quello mostruoso, presentato nell'antefatto, fra un padre carnefice e un figlio immolato. Ogni bambino si riconosce in Dororo, tenero e orgoglioso al tempo, bisognoso della vicinanza fisica di Hiakki-maru e voglioso di una autonomia che verrà solo con il tempo, poco prima della necessaria separazione fra i due.
Nella seconda metà, il manga accentua la già presente struttura episodica, accelerando il suo ritmo e trascinandoci nell'incalzante lotta di Hiakki-maru contro i demoni, fino allo scontro diretto prima col fratello poi con l'odiato padre. Il manga mostra ora un impianto che farà da apripista a moltissimi shonen manga costruiti sull'ascesa di un eroe protagonista sempre in procinto di affrontare avversari via via più temibili. Il manga, stilisticamente parlando, non presenta più quella curiosa duplicità, quell'alternanza di piani temporali, né un clima oscuramente favolistico, ma, d'altro canto, decide di scendere appieno nell'inferno di lotte sempre presagito, e lo sguardo, avvertibile ma mai intrusivo, di Tezuka si fa anche più impietoso di prima: la vicenda psicologica di Hiakki-maru giunge al suo culmine, l'odio e la ferocia si affacciano con prepotenza e senza il filtro tenero del rapporto Dororo-Hiakki-maru - Dororo sta crescendo - per arrivare a un finale aperto, dovuto a motivi editoriali, ma che non lascerà certo a bocca asciutta il lettore.
Hiakki-maru e Dororo si separano: il primo ancora in procinto di sconfiggere l'ultimo demone, quello che gli restituirà una volta per tutte il corpo perduto alla nascita a seguito di un patto maledetto, Dororo crescerà ancora per poter diventare un "uomo". Ma la doppia vicenda ha certamente una sua effettiva conclusione: i protagonisti hanno fatto vacillare la "società dei padri", fondata su falsi valori, fin quasi a farla crollare.
È un manga che ha come pubblico elettivo quello infantile, ma la sua ambientazione è alquanto diversa da quella quella magico-favolistica di Ribon no kishi: siamo nell'età delle guerre civili nel Giappone degli inizi del XVI secolo, di cui viene subito messo in luce il potere arrogante e brutale dei feudatari e dei samurai.
Non deve sorprendere trovare in un manga di Tezuka pensato per un bambino tale serietà: anche nel mondo incantato di Ribon no kishi o nella savana di Jungle taitei con i suoi animali parlanti incontriamo la consueta "lotta contro il male", che nell'opera di Tezuka assume la forma di una lotta contro un potere opprimente e ingiustificato. In Dororo la serietà di questa lotta compie un passo ulteriore: fumetto per bambini ma con non pochi contatti con i cupi Kirihito, Ayako e lo stesso Black Jack, nella sua duplice vicenda ci racconta il processo di crudele conoscenza e costruzione di sé dei due protagonisti attraverso l'esperienza dell'odio tra gli uomini.
Con Dororo Tezuka non risparmia ai suoi piccoli lettori la rappresentazione diretta di una ferocia che ha un suo primo nucleo all'interno degli stessi legami familiari. Basti solo l'antefatto, un lungo primo capitolo che fa da prologo all'intero fumetto e che è già uno dei suoi picchi narrativi e stilistici: il samurai Kogemitsu Daigo stringe un patto diabolico con 48 demoni in base al quale, in cambio del corpo del suo primogenito, potrà ottenere un immenso potere. Così avviene: Hiakki-maru (si tratta proprio di lui) nasce senza arti, occhi, naso e orecchie, perciò privo di facoltà sensoriali, e, posto in una cesta, viene affidato alle onde di un fiume. Recuperato da un medico che gli costruirà parzialmente il corpo e gli farà da padre adottivo, una volta cresciuto, intraprenderà un lungo cammino per sfidare i 48 demoni del patto paterno e riappropriarsi del proprio corpo. È durante questo viaggio che Hiakki-maru incontra Dororo, bimbo monello e ladruncolo, ed è da questo evento che idealmente ha inizio la vicenda vera e propria.
Un prologo tremendo e fiabesco, dai toni quasi biblici, in cui un padre, con un atto di volontà, diventa carnefice del proprio figlio, in cui le uniche divinità sono quelle demoniache e l'unica vera malvagità quella umana. Che Hiakki-maru e Dororo si incontrino appare al lettore come un momento voluto dal destino: entrambi in lotta contro un nemico, entrambi privi di una famiglia di riferimento, soli ed errabondi, entrambi personaggi incompleti che devono costruirsi da sé. Il percorso di Hiakki-maru, quello di distruggere i demoni uno dopo l'altro - la presenza demoniaca è uno dei pochi elementi fantastici concessi in questo "fumetto per bambini", presenza, non c'è bisogno di dirlo, che rende ancora più vera la brutalità umana rappresentata - non è altro che il processo della conoscenza di sé; attraverso l'immagine di un corpo ancora da costruire e plasmare, Tezuka pone il piccolo lettore di fronte alla verità che crescere significa inevitabilmente passare attraverso l'esperienza del male. Male raffigurato da una schiera di 48 demoni, come poi avverrà in moltissimi shonen manga successivi, oppure, ed è questo un altro dei punti forti del fumetto, da storiche figure di samurai prepotenti e sanguinari e da lotte interfamiliari.
La vicenda di Dororo, bambino che nella sua ingenuità combatte contro questi stessi "signori della guerra", sulle orme del padre, e con il fardello di un passato doloroso, rifrange la vicenda di Hiakki-maru creando, soprattutto nella prima metà del manga, narrativamente più compatta, un gioco di parallelismi e di specchi riflettenti più che riuscito. Su una sorta di logica binaria è costruita la prima parte del fumetto: Hiakki-maru e Dororo, oscillazioni fra passato e presente mediante le quali siamo portati a conoscenza del passato di Dororo, azioni che vedono impegnati entrambi i protagonisti, dapprima separati, poi unendo le proprie forze; insomma, Hiakki-maru e Dororo diventano le due facce di una medaglia, la crescita dell'uno va di pari passo con quella dell'altro. Non solo: Dororo è il protagonista catalizzatore di simpatia, quello che rende più appetibile per il lettore bambino la vicenda feroce di Hiakki-maru, consumata dalla lotta contro il padre; il rapporto fra i due protagonisti cerca di sopperire, con il suo candore, alla mancanza di un rapporto padre-figlio, e di contrastare quello mostruoso, presentato nell'antefatto, fra un padre carnefice e un figlio immolato. Ogni bambino si riconosce in Dororo, tenero e orgoglioso al tempo, bisognoso della vicinanza fisica di Hiakki-maru e voglioso di una autonomia che verrà solo con il tempo, poco prima della necessaria separazione fra i due.
Nella seconda metà, il manga accentua la già presente struttura episodica, accelerando il suo ritmo e trascinandoci nell'incalzante lotta di Hiakki-maru contro i demoni, fino allo scontro diretto prima col fratello poi con l'odiato padre. Il manga mostra ora un impianto che farà da apripista a moltissimi shonen manga costruiti sull'ascesa di un eroe protagonista sempre in procinto di affrontare avversari via via più temibili. Il manga, stilisticamente parlando, non presenta più quella curiosa duplicità, quell'alternanza di piani temporali, né un clima oscuramente favolistico, ma, d'altro canto, decide di scendere appieno nell'inferno di lotte sempre presagito, e lo sguardo, avvertibile ma mai intrusivo, di Tezuka si fa anche più impietoso di prima: la vicenda psicologica di Hiakki-maru giunge al suo culmine, l'odio e la ferocia si affacciano con prepotenza e senza il filtro tenero del rapporto Dororo-Hiakki-maru - Dororo sta crescendo - per arrivare a un finale aperto, dovuto a motivi editoriali, ma che non lascerà certo a bocca asciutta il lettore.
Hiakki-maru e Dororo si separano: il primo ancora in procinto di sconfiggere l'ultimo demone, quello che gli restituirà una volta per tutte il corpo perduto alla nascita a seguito di un patto maledetto, Dororo crescerà ancora per poter diventare un "uomo". Ma la doppia vicenda ha certamente una sua effettiva conclusione: i protagonisti hanno fatto vacillare la "società dei padri", fondata su falsi valori, fin quasi a farla crollare.