Fenice
Titolo Originale: Hi no tori
Edizione italiana: La Fenice, Hazard -completa.
16 volumi + uno speciale, 2005-2011, prezzo e numero di pagine variabile.
Edizione originale: 1954, Asahi Sonorama, 17 volumi.
Così l'opera viene presentata dall'editore:
"Fin dagli esordi della sua carriera, Tezuka aspirò a cimentarsi con un'opera cosmica che potesse esprimere la sua concezione del mondo e della vita, della natura e della storia; il mito della fenice, creatura variamente raffigurata a Oriente e Occidente, e divenuta simbolo universale di morte e risurrezione intrecciandosi con le più antiche dottrine cosmologiche e religiose, ben si prestava a fare da filo conduttore di una tale ambizione monumentale.
Dopo un primo tentativo del 1956, La Fenice (Hi no Tori, "Uccello di fuoco") impegnò Tezuka a più riprese - tra il 1967 e il 1972, il 1976 e il 1980, il 1986 e il 1988, cioè per tutto il corso della sua evoluzione umana e artistica - come un'opera aperta composta d'innumerevoli variazioni di un unico tema."
Il manga, diviso in saghe, nella versione italiana conta 16 volumi che si snodano cronologicamente fra le diverse epoche e culture della storia, al termine dei quali è pubblicato anche il prequel risalente al 1956. Il piano dell'opera:
volumi 1 e 2: "Il Libro dell'Alba"
volume 3 "Il Libro del Futuro"
volume 4 "Il Libro di Yamato / Il Libro dell'Universo"
volumi 5 e 6 "Il Libro del Mito"
volume 7 e prima parte dell'8 "Il Libro della Resurrezione"
seconda parte del volume 8 "Il Libro del Manto di Piume"
volumi 9 e 10 "Il Libro della Nostalgia"
volumi 11 e 12 "Il Libro della Guerra Civile"
volume 13 "Il Libro della Vita / Il Libro degli Esseri Fantastici"
volumi da 14 a 16 "Il Libro del Sole"
"Le Origini" (prequel 1956-57), volume fuori serie
La Fenice, volumi 1 e 2: Il libro dell'Alba
Euro 9, 208 pp. vol.1 ed Euro 9, 216 pp. vol.2
(originariamente serializzato nel 1967. La storia ha luogo tra il 240 e il 270 d.C.) -
Il primo volume ci porta in un'epoca risalente a poco meno di duemila anni or sono, con personaggi certo romanzati, come la regina Himiko e il paese di Yamato, ma risalenti realmente a tradizioni e mitologie della storia nipponica.
Ambientata su di un'isola - in cui nei periodi di attività vulcanica appare anche il misterioso e immortale uccello che dà il titolo all'opera - la storia narra le vicende dei componenti di un clan, e in particolare del protagonista, un ragazzo che intende dare la caccia alla Fenice per salvare la sorella malata.
Quest'ultima verrà invece curata da un misterioso medico giunto dal mare, alla cui comparsa seguiranno invasioni e drammatici eventi nati dalla bramosia della ricerca dell'immortalità.
L'insoddisfazione umana nell'accettare la vita, l'anteporre la sfida verso la nostra natura mortale alla ricerca della felicità: questi due temi possono infatti ben rappresentare i contenuti di fondo di questo lavoro.
Il volume riesce bene nell'impresa di coniugare una narrazione interessante e una profondità di contenuti, anche se bisogna dire che lo stile alterna momenti di grande intensità e dramma a scenette comiche piuttosto estemporanee (probabilmente dettate da una natura shonen che all'epoca era ancora legata a una visione prettamente leggera del fumetto per ragazzi, e imponeva di "spezzare" il ritmo per rendere la storia più fruibile). Comunque questi sono dettagli che non inficiano più di tanto la sostanza del manga, e sicuramente nel corso dell'opera vedremo l'evoluzione dello stile di Tezuka verso una maggiore coesione del clima narrativo. I disegni sono quelli classici del Tezuka degli anni '60, l'edizione italiana della Hazard - rilegata a filo e piuttosto buona - ha un prezzo non esattamente economico ma che sicuramente tiene conto del realismo necessario per portare a termine 17 volumi senza rischi editoriali.
La Fenice, volume 3: Il libro del Futuro
Euro 13.50, 296 pp.
(serializzato tra il 1967-68. Nella cronologia della Fenice sarebbe l'episodio finale, verso la fine dell'umanità. Ha luogo nel 3404 d.C.)
"Il libro del Futuro racconta la distruzione della vita sulla Terra e, dopo aver messo in scena la terribile situazione postnucleare che ne deriva, narra la storia della sua rinascita nella forma di una dottrina illustrata della Vita cosmica. Se nel Libro dell'Alba era il fiero portatore della forza vitale dell'Universo, l'Uccello di Fuoco è qui un Messaggero della Terra che si spiega attraverso i cicli dell'eterno ritorno di ogni forma di vita."
Il terzo volume della saga della Fenice, "Il libro del Futuro", è piuttosto impressionante, sicuramente una delle opere di Osamushi più intense e riuscite.
Mistico e filosofeggiante, mette al centro degli eventi la singola vita, vista come frammento della vita cosmica, dall'infinitamente piccolo all'infinitamente grande, ma di contrasto c'è anche la riflessione sull'uomo e i suoi impulsi autodistruttivi.
La Fenice, volume 4: nelle 330 pagine di questo numero trovano posto due saghe, Il libro di Yamato e Il libro dell'Universo.
E 13.50, 330 pp.
(serializzato nel 1968-69. Storia ambientata tra il 320 e il 350 d.C. - periodo Kofun)
Il libro di Yamato ci porta nel Giappone del IV secolo d.C., partendo anche qui da leggende e riferimenti storici. Nel nostro caso le guerre di predominio fra Yamato e i Kumaso (i secondi, come scopriremo, sono discendenti dei personaggi protagonisti dei primi due volumi dell'opera).
Questo volume salta subito all'occhio per l'iniziale quantità sopra la media di citazioni (da Kawabata al baseball, da personaggi del mondo tezukiano a canzoni popolari, fino a una bonaria presa in giro degli shojo) e siparietti non-sense di cui Tezuka faceva uso per diluire la narrazione, anche in lavori dal tono decisamente drammatico come in questo caso... questo potrebbe lasciar freddo qualche lettore, ma dopo una manciata di pagine si entra nel succo del discorso:
Il giovane principe Yamato, dalle idee progressiste (è contrario alla progettata tumulazione di servitori vivi nella futura tomba del padre, usanza dei tempi poi sostituita dall'utilizzo degli Haniwa), viene inviato in una spedizione (?!) per uccidere il sovrano rivale, ma troverà ostacoli imprevisti.
Tezuka come suo solito è narratore attento (per capire la storia bisogna osservare i fatti da tutti i punti di vista) e il monito che lancia al giovane Yamato attraverso la Fenice (la felicità non è non morire, ma avere una ragione per vivere) è anche il tema del racconto.
Storia intensa, bei disegni rapportati alla loro classicità (vedi come esempio la pagina 92) e talvolta ricercati nella costruzione delle tavole, buona edizione: "La Fenice" si conferma una serie notevole.
Il libro dell'Universo
(scritto nel 1969. Anche noto come Spazio. La storia e' ambientata nel 2577 d.C.)
E' un episodio molto particolare... da un lato infarcito di sperimentalismo (soprattutto grafico) e dall'altro fondato sui più classici canoni della fantascienza.
Anno 2577, una nave spaziale di collegamento fra le colonie nel sistema di Zarutsu e la Terra. I 4 membri dell' equipaggio, ibernati, vengono svegliati dal sistema di emergenza solo per scoprire che il quinto di loro, Makimura, è morto durante il suo turno di "veglia" al controllo della nave, e che la stessa è stata danneggiata irreparabilmente dai meteoriti.
I quattro sono costretti ad abbandonarla su moduli di salvataggio monoposto sparati nel vuoto del cosmo... seguiti da una misteriosa quinta navetta.
E' l'occasione per loro, allevati sin da piccoli per affrontare il lunghissimo viaggio, di ripercorrere il passato e il loro rapporto ambiguo con Makimura (specie da parte di Nana, l'unica ragazza del gruppo, della quale tutti loro erano innamorati).
Altra storia psicologica e drammatica, anche se più personale rispetto alle epopee di altre saghe della Fenice; è una specie di "giallo cosmico" in cui Tezuka si sbizzarrisce in sperimentalismi grafici continui, fra i quali il principale è la "narrazione multipla" su vignette contemporanee a scorrimento orizzontale per ogni personaggio, o le "spirali" a fumetto in cui sono ripercorsi i ricordi. Di contro, già qui sono del tutto assenti le scenette comiche.
Unica critica all'edizione Hazard... in questo episodio, vista anche l'abbondanza di retini, si nota molto l'effetto moirée sugli stessi... non so se per difetto dei materiali originali o scansioni fatte approssimativamente... forse la prima perché talvolta è assente o più sfumato.
La Fenice, volumi 5 e 6: Il libro del Mito
Euro 9, 208 pp.
(serializzato nel 1969-1970. La storia e' ambientata nel 720-752 d.C.)
"Perché sto piangendo? Perché il mondo è così bello? O forse è perché qui ogni cosa... vive!"
Il Libro del Mito ci presenta nuovamente un Tezuka di grandissima levatura.
Questa parte de La Fenice è ambientata in un periodo preciso e significativo della storia nipponica, l'epoca Nara (dal nome della nuova capitale, VIII secolo d.C.). Epoca importante perché ricca di sviluppo tecnico e culturale grazie ai contatti con la Cina e il continente asiatico; contatti favoriti dalla diffusione del Buddismo nell'arcipelago.
E' proprio il Buddismo l'aspetto su cui si concentra Osamushi, in particolare sulla sua ascesa, favorita dalla nobiltà, a religione intessuta con il potere imperiale in modo da ottenere un maggior controllo sulla popolazione. Il momento simbolico di tale ascesa è rappresentato dalla costruzione del Daibutsu nel complesso religioso del Todaiji di Nara. Il Daibutsu era una statua colossale del Buddha alta circa 16 metri (quella presente attualmente non è più l'originale, ma una ricostruzione) realizzata con l'intento di dare speranza e fiducia al popolo, provato da un periodo di siccità e calamità naturali.
Tezuka parte da questo spunto reale per riproporre i suoi personaggi e il suo pensiero in uno scenario di grande efficacia e di condanna verso il potere politico.
La storia ruota attorno a due protagonisti, Gao e Akanemaru.
Gao vede la luce in un villaggio sul mare, e già alla nascita perde un braccio e un occhio in un incidente causato dal padre. A causa dei suoi difetti fisici e delle sue condizioni sociali cresce sempre più emarginato, finché non diventa un bandito spietato e sanguinario. A questo punto avviene casualmente l'incontro con Akanemaru, uno scultore giovane ma già affermato. Gao, per invidia e rivalsa, ferisce Akanemaru a un braccio, rendendogli difficile l'uso dello scalpello.
Il resto dell'opera vedrà la parabola di questi due uomini, intrecciata da una parte con le vicende e gli intrighi presso la corte imperiale, e dall'altra con la presenza - rituale per quest'opera - della Fenice.
Akanemaru intraprenderà un percorso di meditazione e diventerà poi l'architetto incaricato della costruzione del Daibutsu; Gao verrà invece preso - ironia della sorte - come allievo da Roben, un eminente monaco errante, che lo porterà a trasformare il suo sentimento di rabbia in comprensione e accettazione della vita. Il tema Tezukiano della Vita vista come essenza universale, del karma e della metempsicosi, infatti, ritorna prepotente: "vivere, morire, che cosa significa?". La Fenice ripropone le sue questioni eterne.
Una cosa interessante da notare è come Il Libro del Mito contenga molti spunti artistici e concettuali che poi verranno successivamente sviluppati nei 14 volumi di "Buddha", l'opera sulla vita di Siddhartha Gautama. Va riconosciuto, una volta di più, come la Fenice sia davvero un compendio del Tezuka-pensiero e un'opera estremamente rappresentativa.
Anche dal punto di vista grafico Il Libro del Mito è notevole sotto diversi aspetti, presentando uno stile certamente più definito, rispetto ai primi volumi, nell'esporre la forza drammatica dei temi.
La Fenice, volume 7 e prima parte del volume 8: Il libro della Resurrezione
Euro 9, 192 pp.
(serializzato nel 1970-71. Storia ambientata fra il 2482 e il 3344 d.C.)
"Il problema è perché vivere, una volta che si sia ottenuta l'eternità".
Il Libro della Resurrezione è un altro episodio struggente e di grande rilevanza nel contesto generale di quest'opera. Come prevedibile, anche il tema fondamentale di questa saga è la vita e le ragioni dell'esistenza. In particolare è una storia di fantascienza che si focalizza sul concetto stesso di vita, con la percezione che ne abbiamo; e del confine spesso labile su cosa sia umano o artificiale, anche visto nell'ottica dell'etica scientifica.
Scorrono le sabbie del tempo. Anno 2482. Leona Miyazu, un ragazzo di buona famiglia, muore a Tokyo cadendo dalla sua Air Car in pieno centro cittadino. Incidente o omicidio? Fatto sta che il suo corpo viene sottoposto dal professor Nielsen, un vero luminare in medicina, a un esperimento mai provato prima: la resurrezione. Mentre la sua coscienza vaga al confine fra vita e morte, nel suo corpo vengono sostituite le sue parti organiche danneggiate con altre artificiali, anche in parte del cervello. L'operazione tecnicamente riesce e Leona recupera bene la salute, tranne che per due particolari: non ricorda il passato e non riesce più a distinguere gli esseri viventi come tali, vede gli uomini come disgustose gelatine dalla forma indefinita. Questo porta Leona verso il disagio e l'ossessione, quando finalmente riesce a distinguere tra la folla indistinta una bella ragazza come tale: ma in realtà è frutto della sua visione distorta, perché in realtà è un(a) robot, Chihiro 61298, addetta amministrativa della ditta di costruzioni Carmichael. Leona tenterà di farla sua, visto che è ricambiato da Chihiro, ma verrà osteggiato dalla ditta dato che il robot è a conoscenza di segreti industriali.
Ma ecco che la scena si sposta nel futuro, anno 3030. Misteriosamente, tutti i robot del tipo "Robita" tentano un suicidio collettivo. "Perché avviene questo?", ci chiediamo, mentre sulla Luna desolata si compie il destino di uno di essi, convinto dell'assurda idea di avere un antenato umano. Dopo questa parentesi si torna al tempo di Leona. Il ragazzo svolge delle indagini sulla propria morte, con sconcertanti risultati: in passato aveva avuto a che fare con la Fenice, anzi era addirittura riuscito a ottenerne il sangue leggendario. La storia prende delle strade inaspettate, e soprattutto c'è un nuovo balzo temporale che mostra la genesi dei "Robita" (oh, i processi-lumaca non sono un'esclusiva della giustizia italiana). Tutta la vicenda assume man mano contorni più netti e i protagonisti incontrano il loro destino, dove i confini fra le "entità umane", o fra uomo e robot, sfumano nell'indecifrabile. Risposte che probabilmente non otterremo mai.
Epilogo: la Luna, Robita, anno 3344.
E' l'ennesimo Tezuka filosofico e affascinante, quello che ci guida lungo "Il libro della Resurrezione". Ma è una storia che oltre al potente fattore concettuale e simbolico, può contare su un appassionante impianto avventuroso e fantascientifico da grande classico, in cui le emozioni e la solitudine dell'essere umano nell'universo sono messe a confronto con le idee stesse di vita e coscienza, mentre la grande ruota narrativa si chiude in maniera esemplare. Graficamente è un'opera matura nel suo impianto tezukiano, scarse se non nulle sono le concessioni comiche, mentre ritmo e regia sono perfettamente dosati, come dimostrano i salti temporali opportunamente collocati all'interno dell'opera; si può notare anche qualche invenzione grafica sperimentale. L'ambientazione retro-futuristica e spaziale è poi di quelle che esaltano Tezuka. Molto bella l'edizione Hazard, che costa ma è abbastanza inappuntabile, splendide come al solito, poi, le sovracopertine in Pantone metallizzato di grande effetto. La storia si sviluppa nell'intero volume sette e nella maggior parte dell'otto (circa i tre quarti del tomo), il quale contiene anche il breve capitolo del "Libro del manto di piume". Unico appunto: le pagine 138 e 139 del volume otto presentano in pratica la stessa tavola ripetuta per un errore di impaginazione (comunque nella lettura non sembra perdersi nulla). "Vagando per lo spazio talvolta si raggiunge l'illuminazione sul senso della vita umana..."
(N.d. Deda: la pagina mancante a cui si riferisce Spaced Jazz è stata postata sul forum del sito Osamushi da Yuelung)
La Fenice, seconda parte del volume 8: Il libro del Manto di Piume
Euro 9, 192 pp.
(serializzato nel 1971. Storia ambientata nel 940 d.C.)
Alla fine del volume 8 trova spazio "Il Libro del Manto di Piume", finora il più breve episodio comparso sulla "Fenice" con la sua cinquantina di pagine. Breve non significa trascurabile, infatti proprio il formato così ristretto ha consentito di poter realizzare una delle cose più sperimentali e alternative che io abbia mai visto da Tezuka o da chiunque altro. Per farla semplice, "Il Libro del Manto di Piume" è una rappresentazione teatrale trasposta in fumetto. Il manga, graficamente, consiste infatti di ripetute vignette identiche con fondale fisso (rettangolari, quattro per pagina) in cui si muovono i personaggi di questo episodio: è in pratica un palcoscenico con le quinte e tanto di effetti teatrali (sipario, riflettori, elementi scenografici). A inizio e fine dello spettacolo abbiamo persino delle prospettive che mostrano il pubblico. Il Libro del Manto di Piume è un chiaro omaggio di Tezuka al teatro tradizionale nipponico, ma la stessa storia è un adattamento di una favola giapponese, quella della "vergine celeste".
"Sulla spiaggia bianca di Miho, il vento che soffia tra i pini è impregnato dell'odore del mare. Si sentono solo le onde che si gettano a riva e si ritirano." Una ragazza compare una sera nel villaggio di Miho. Un pescatore, Zuku, un povero disgraziato alla fame perché il feudatario locale ha imposto il divieto di pesca, trova la veste della giovane donna e la trattiene con l'intenzione di venderla e raggranellare qualche soldo. La ragazza, Otoki, lo prega di restituirgliela: lei viene da un paese lontano (molto lontano in effetti.) e non potrebbe tornarvi senza di essa. Zuku allora le propone di diventare sua moglie per tre anni, al termine dei quali acconsentirà alla sua richiesta. Otoki, accetta, e l'unione risulta più felice del previsto, finché arrivano dei samurai per arruolare uomini per le loro guerre feudali. Una storia breve di raffinata realizzazione, dove torna il tema della guerra e dell'uomo causa della sua stessa rovina, e impregnata della tradizione artistica nipponica.
La Fenice, volumi 9 e 10 - Il Libro della Nostalgia
Euro 9, 208 pp. per il volume 9 - Euro 12, 240 pp. per il volume 10.
(iniziato nel 1971 e proseguito tra il 1976 e il 1978. Storia ambientata nel futuro.)
Questa saga ha come tema la nostalgia, nostalgia per “quel pianeta azzurro che fluttua nel vuoto come una goccia d’acqua”... ovvero la Terra, luogo natio verso cui si rivolge il ricordo dell’uomo, memore di una felicità ancestrale. Forse per un caso, o probabilmente no, è un episodio posto in posizione centrale nel piano dell’opera, quasi a sottolineare una rilevanza nelle linee di sviluppo del manga.
L’epopea presentata in questa saga racchiude variazioni sui temi dell’esistenza, dei sentimenti e della vita umana che riassumono tutto quello che l’autore ci ha fin qui mostrato; inoltre abbiamo un soggetto originale e incisivo nell’evocare miti antichi e instillare dubbi morali nel lettore, dubbi sfidati dalla forza primigenia della sopravvivenza.
Il Libro della Nostalgia è anche un’avventura cosmica, il periodo di realizzazione – la fine degli anni settanta – vedeva un Tezuka evidentemente ispirato in questo senso, come dimostra anche Kaos. Lo strano soggetto coniuga due vicende apparentemente inconciliabili: la nostalgica ricerca del passato / genesi e decadenza di una civiltà. Vicende unite e dominate dalla presenza della protagonista Romi, uno dei più memorabili personaggi sfornati dalla fantasia tezukiana.
Siamo nel futuro, quando Joji e Romi, una giovane coppia in fuga dalla Terra sovrappopolata, giunge guidata da un personaggio ambiguo su un pianeta disabitato di frontiera, Eden 17. I due sono stati truffati, il pianeta è arido e soggetto a terremoti: in uno di questi trova la morte Joji, lasciando sola la moglie incinta, a parte un servitore robot.
Nato il figlio, Cain, e ottenuta la vendetta su colui che li portò su Eden 17, Romi ricorre all’unica soluzione che riesce a immaginare per non far estinguere la vita sul pianeta: si pone in ibernazione per poi risvegliarsi alla maggiore età di Cain (affidato frattanto al robot) e generare così dei figli. Ma non tutto andrà secondo i piani, finché la Fenice, colpita dalla disperata voglia di vivere di queste persone, non porterà sul pianeta una femmina Moopi, grazie alla quale nascerà alfine una nuova razza meticcia umano-aliena pacifica e operosa.
Tuttavia in Romi, venerata come regina ma ormai invecchiata nonostante le ibernazioni cicliche, cresce sempre più il languore per il passato; per l’amato marito e per la Terra, con la rigogliosa isola in cui lo conobbe ancora studentessa.
Inizia così un viaggio di ritorno assieme al giovane Com (un suo suddito umano-moopi dai poteri telecinetici), attraverso lo spazio; viaggio in cui incontreranno altri esseri e giungeranno agli estremi limiti del cosmo... fino a che il sogno riuscirà ad avverarsi, in un epilogo crepuscolare in cui Tezuka illustrerà tutte le luci e ombre della natura umana, piazzando un ulteriore tassello in quella grande costruzione che è La Fenice.
I due volumi separano con una certa nettezza le due linee narrative, anche se probabilmente è tutto riconducibile al concetto di ciclica estinzione e rinascita, nel volume 9 c’è la parte in cui è motrice l’energia vitale, con la figura matriarcale di Romi e la sua urgenza creatrice; nel volume 10 la potenza struggente della nostalgia e dei ricordi, parti inalienabili di ciò che contribuisce a definire un essere umano; ma il ritorno alla Terra darà anche modo a Tezuka di svelare gli estremi, di freddezza e calore umano, fra i quali da sempre ci barcameniamo.
Notevole il cast dei personaggi, alcuni di grande fascino, altri di natura simbolica; da Romi e Com per finire con l’alieno ermafrodito Norva e l’astronauta Makimura (già incontrato nella storyline dell’Universo). Da citare alcune apparizioni cameo fra le quali la chicca è rappresentata nientemeno che da Black Jack mototeppista! Il robot servitore di Romi e Joji è invece probabilmente modellato su un’icona del cinema di fantascienza, Robby di Forbidden Planet.
La Fenice, volumi 11 e 12 - il Libro della Guerra civile
Euro 13,50, 336 pp. per il volume 11 - Euro 12, 304 pp. per il volume 12.
(comparso nel 1980 si colloca nel XII secolo.)
Comparso nel 1980, il Libro della Guerra civile è un’opera della maturità di Tezuka, che ripercorre nella sua trama tutte le situazioni classiche della samurai-story – le lotte di clan, le cospirazioni, i colpi di stato, le armi e gli eroi – nella consapevolezza che l’ascesa e il declino delle dinastie, l’eterna parabola del potere in armi, sono sempre animati da un furore fratricida che non ha fine né esito.
Una volta soddisfatta la loro sete di vendetta e la passione di sterminio, infatti, gli uomini si trovano di fronte il deserto e la desolazione che la loro vita è diventata, a furia di uccidere.
E l’Uccello di fuoco, che nel tempo della Guerra civile non è che una chimerica promessa di eternità, in questo “senno di poi”, è portatore della consolatoria rivelazione della possibilità di un ordine più armonico tra l’agire umano e la vita.
Questa saga della guerra civile è una delle più monumentali dell'opera con le sue 600 pagine, e probabilmente anche una di quelle maggiormente intessute con le realtà storiche del Giappone, vista anche la mole di citazioni di uomini, luoghi e date a cui è devuta ricorrere la Hazard per contestualizzare con precisione la vicenda. Vicenda che si colloca nel XII secolo, con le lotte per il potere fra gli Heike (o Heishi), la casata dominante attraverso il patriarca Kiyomori; e altre fazioni, chi supportato dall'imperatore, chi esclusivamente dai propri interessi, chi dalla vendetta.
Alla cruenta sfida culminante fra Yoshinaka e Minamoto no Yoshitsune, seguirà poi la resa dei conti con gli Heishi.
Il succo di questa saga, come si può evincere da queste annotazioni, è dunque il Potere, la lotta per ottenerlo e la misera constatazione della sua natura effimera, alla fine dei conti: cosa che però non impedisce la sofferenza del popolo e di chi finisce in mezzo oppure ostacola queste ambizioni sfrenate.
Come si inserisce la romanzatura tezukiana in questo contesto? Direi con la solita pletora di personaggi, che danno vita a una coralità molto efficace visto che rappresenta bene tutte le fazioni in lotta, alla fine dei conti il giusto non è mai solo da una parte, così come il malvagio. Fra i protagonisti i principali sono comunque Benta e Obu, giovane coppia di montanari che finiranno involontariamente negli ingranaggi della storia: lui, Benta, passerà da taglialegna a Samurai col solo desiderio di ritrovare la donna amata e vivere in pace; e lei Obu, diventerà Fukuko, la concubina del potente Kiyomori, arrivando alla fine ad amarlo davvero.
Kiyomori che è davvero il personaggio più ambiguo di questa saga, odioso e detestabile, ma infine semplice garante della prosperità della sua famiglia e barlume vitale nella grande ruota della metempsicosi.
Il libro della Guerra Civile è certamente condito da una narrazione potente e incisiva, ma quasi con un passo cadenzato rispetto a quanto già visto nel corso dell'opera. Quando ecco che l'eccezionalità appare nell'epilogo: la ruota della vita riporta sul palcoscenico un evento apparso nelle fasi iniziali, in cui si raccontava di una storia di animali a sfondo morale, storia che nel finale è ormai quasi dimenticata. Il colpo di genio di Tezuka è sorprendente, e i personaggi completano il loro ciclico percorso.
La Fenice, volumi 13 - Il Libro della Vita / Il Libro degli Esseri Fantastici
Euro 12.00, 264 pp, Aprile 2010
Dopo un paio di saghe monumentali, e prima di un arco finale che si preannuncia ancora più grandioso, La Fenice si prende una "pausa" con un volume in cui sono racchiuse due storie (pubblicate nel 1980-81) con una struttura più condensata e meno ambiziosa, le quali ribadiscono ulteriormente il valore della vita come tema principale dell'opera.
Il volume è di circa 250 pagine, occupate per circa i tre quinti del totale dal "Libro della vita". Questa storia è particolarmente interessante e attuale, sicuramente era avveniristica per i tempi, col suo soggetto basato sulla clonazione umana.
Siamo nel 2155, epoca in cui il cibo creato grazie alla clonazione animale è diffuso nel mondo. Uno dei metodi per pubblicizzarlo è rappresentato dalla trasmissione "Clone Hunting" su Channel 9, in cui dei concorrenti cacciano animali clonati per un premio in denaro. Ma lo share non è eccezionale. Il protagonista della storia è il produttore televisivo Kunihiko Aoi, giovane uomo con pochi scrupoli morali, al quale viene in mente l'utilizzo di cloni umani per la trasmissione. Cloni che evidentemente si dovrebbero differenziare leggermente da un essere naturale, tanto da non poter reclamare diritti umani di sorta. Il folle piano riesce grazie alle conoscenze racchiuse in un laboratorio sudamericano, ma con un contrattempo non di poco conto: le copie sono tutte identiche ad Aoi, e lo stesso produttore finisce indistinto fra le prede.
Una fuga e una dura avventura faranno comprendere all'uomo il valore assoluto della vita, a prescindere da specie e razza.
La seconda storia, il "Libro degli Esseri Fantastici", sviluppata comunque con una sceneggiatura discretamente sottile e sorprendente, ripropone il concetto ciclico dell'esistenza già ampiamente trattato nel corso del fumetto.
Siamo nel 1500 quando Sakonnosuke, una ragazza cresciuta dal padre (sanguinario signore locale) come un maschio dai modi marziali, si infiltra assieme al fido servitore Kahei in un tempio buddista, con lo scopo di uccidere la monaca Yaobikuri. Quest'ultima è una celebre e straordinaria guaritrice, grazie al potere della Fenice, ma è anche colei che potrebbe curare il padre di Sakonnosuke e riportarlo a percorrere un sentiero di violenza.
Ma le due donne sono legate da un destino comune e da un Tempo che reclama, col suo scorrere ineffabile, la comprensione di azioni e conseguenze.
Per i volumi 14-17 sono riportati i riassunti dalla casa editrice.
La Fenice, volumi 14 - 16 - Il Libro del Sole
La Fenice, volumi 14 - 16 - Il Libro del Sole
Euro 12.00, 264-272 pp
Pubblicato su «Yasei Jidai» tra il 1986 e il 1988, il racconto che si svolge nei tre volumi del “Libro del Sole” rappresenta una sorta di testamento spirituale di Tezuka.
Si apre sulla dolorosa visione del campo di battaglia insanguinato, e la guerra costituisce lo sfondo permanente dell’avventura umana di diverse creature “singolari” accomunate dall’amore per la vita come antidoto eterno contro la violenza e la guerra, che trova nell’incontro culminante con l’Uccello di fuoco il senso ultimo di una lunga ascesi.
La Fenice, volume 17 - Prequel 1956- Le Origini
Euro 12.00, 208 pp, Dicembre 2011
Al lettore dei sedici volumi de la Fenice questo “Prequel” riserverà più di una sorpresa. Il giovane Tezuka apre il racconto del mito originario dell’Uccello di fuoco in uno strano Paradiso, che funziona come una sorta di Ufficio amministrativo delle reincarnazioni, dal quale l’Uccello di fuoco fugge sulla Terra, ove vivrà riproducendosi lungo cicli vitali di tremila anni. È proprio al termine di uno di questi che incontra il Principe d’Egitto e Dia, ai quali elargisce il dono dell’immortalità, in grazia del quale essi si risveglieranno e si rincontreranno in diverse epoche storiche, passando dall’antico Egitto alla Grecia del tempo della guerra di Troia, all’antica Roma.
La narrazione delle origini della Fenice, collocate nel punto d’incontro tra Oriente e Occidente, in una mitica “terra d’Etiopia” sulle rive del Nilo, si svolge in questo sfondo epico europeo², ricalcando la moda dei “kolossal” imperante nel cinema degli anni Cinquanta, come scrive lo stesso Tezuka nella sua “Postfazione”, ed essendo destinata al pubblico femminile del settimanale «Shôjo Club» rivisita, con tono fortemente umoristico, i temi dell’amore e dell’intrigo amoroso stile feuilleton.
Nell’insieme, dunque, questa Fenice del 1956 è un pastiche di gran lunga meno solenne dell’opera cosmica che impegnerà Tezuka tra il 1967 e il 1988. Ma, fuggita quasi per noia dal Paradiso, la giovane fenice Tyrol non tarda a dichiararsi «arcistufa degli esseri umani» e della brutalità con cui le dànno la caccia, anticipando così uno dei temi di fondo dell’opera della maturità.