MW

A cura di Yuelung

Titolo originale: MW

Edizione italiana: MW, JPop, 2018, OSAMUSHI COLLECTION, 2 volumi, 12 euro - completa.

Edizione italiana: MW, Hazard 2004-2005, 3 volumi; 7.50 euro; 216 pp. -completa.

Edizione originale: 1976, Shogakukan, 3 volumi.
 


"Mw" è il nome in codice di una famigerata arma chimica, un gas utilizzato dall'esercito statunitense nel Sud-Est asiatico. Nei primi anni Sessanta, un ingente quantità del gas, segretamente immagazzinato non lontano dalle basi di Okinawa, sull'isola Okinomafune, fuoriuscì accidentalmente producendo una nube tossica che uccise tutti coloro che vi si trovavano, ad eccezione di Iwao Garai e Michio Yuki, trovatisi per caso al riparo di una grotta quando il gas si era diffuso nell'atmosfera. A metà degli anni Settanta, i due sopravvissuti all'ecatombe -totalmente occultata dai governi nipponico e statunitense- si incontrano a Tokio. Iwao Garai, che all'epoca dei fatti era un giovane balordo, per un desiderio di redenzione nel frattempo si è fatto prete; Michio Yuki, che allora era solo un bimbo, è diventato un manager molto in vista, benché in segreto risenta delle lesioni cerebrali prodotto da un leggero contatto col micidiale MW. Anche per questo Michio è mosso da un diabolico desiderio di vendetta verso i responsabili della strage, ed è giunto a partorire il delirante piano di appropriarsi di grandi quantitativi del gas per avvelenare l'intera atmosfera terrestre e distruggere il genere umano.

Tezuka (come rivela egli stesso nella postfazione) aveva concepito quest'opera con l'intento di presentare ai lettori un dramma picaresco che, stravolgendo le tradizionali atmosfere dei suoi racconti, li lasciasse stupefatti. Un'opera in cui tutti i mali della società - conformismo, ozio, indolenza, tradimento, violenza, concupiscenza, stupro - e soprattutto i mali della politica - vi fossero rappresentati nella forma di una depravazione assoluta. Sebbene, sempre nella postfazione, egli ammetta di non essere riuscito pienamente nel suo intento (per l'ineguatezza del suo stile), questa volontà di rappresentare tutti i mali della società è concreta e la depravazione e corruzione (morale e fisica) di cui parla pervade completamente quest'opera, dalle prime, sconvolgenti pagine fino al controverso e inquietante finale. E' proprio da questo "calderone" in cui sono stati gettati tutti i mali della società che è nato, come Venere dalla schiuma del mare, uno dei personaggi più affascinanti e diabolici dell'universo tezukiano: Michio Yuki.

Di aspetto bellissimo (ma spesso rappresentato da Tezuka con tratti animaleschi), in grado di passare da abiti maschili ad abiti femminili con grande naturalezza (non per nulla il fratello è un attore del teatro Kabuki), spietato assassino di donne e bambini, freddo calcolatore e diavolo tentatore, è dotato di una malvagità e allo stesso tempo di una purezza quasi infantili. Sì, perché il Michio Yuki adulto e carnefice non è poi molto diverso dal Michio Yuki bambino e vittima. Il suo cuore è rimasto candido.

Come se dall'incidente il tempo per lui si fosse fermato. Ed è quasi per tornare all'inferno che l'ha generato sull'isola di Okinomafune che Michio (ormai semipazzo e in fin di vita) cerca disperatamente di impossessarsi del letale gas MW, per far sì che tutta l'umanità venga distrutta insieme a lui, dolcemente (bellissima la tavola in cui Michio viene ritratto sdraiato sulla terra, quasi volesse abbracciarla e cullarla verso la morte).

Perfino il tormentato Garai, l'uomo che ha abusato di Michio quand'era poco più di un bambino e che, schiacciato dai sensi di colpa si è fatto prete (e quì abbiamo due temi scottanti: omosessualità e cristianesimo) non riuscirà a resistere all'amore dirompente di Michio e continuerà ad avere una relazione con lui, arrivando addirittura a seguirlo nelle sue malefatte. Ma d'altra parte tutti i personaggi in quest'opera sono "marionette" nelle mani del protagonista, marionette che vengono abilmente mosse dai fili delle loro perversioni e debolezze.

Sul fronte grafico MW presenta un tratto sobrio, sorprendentemente crudo e d'impianto cinematografico, con tavole di grande impatto e sperimentalismi grafici, che in questo caso, spesso e volentieri si rifanno apertamente alle illustrazioni di Aubrey V. Beardsley*, eccentrico illustratore e tipico rappresentante del decadentismo vittoriano, famoso per il suo stile, artificioso miscuglio letterario e simbolistico e il suo raffinato linearismo che si complica di morbose e grottesche fantasie. Fra le illustrazioni splendidamente riproposte da Tezuka ci sono quelle per la Salomè, The Peacock Skirt, Lysistrata e The Lacedaemonian Ambasadors inserite dall'autore per "avvolgere" i momenti di intimità fra Garai e Michio, in un'atmosfera decadente ed erotica.

In definitiva, questo MW rappresenta sicuramente un ottimo titolo, per metà thriller politico e per metà noir, in grado di affascinare e soprattutto appassionare il lettore che non può certo rimanere immune (nel bene e nel male) a un personaggio come Michio e che, alla fine, ricorderà quest'opera più per il protagonista che per la storia.

*Beardsley, Aubrey Vincent (Brighton 1872 - Mentone 1898)
Dopo una prima educazione a Brighton comincia a lavorare in una società per assicurazioni, ma le sue ambizioni artistiche sono tutt'altro che sopite. Fondamentale è per lui l'incontro con Burne Jones, che lo sollecita a continuare a disegnare. Beardsley subisce fortemente l'influsso di quest'ultimo, inoltre ama la pittura giapponese, Botticelli, Durer e Whistler. Ancora giovanissimo ottiene l'incarico di illustrare la "Morte di Artù", che ha un successo strepitoso per le sue illustrazioni che volutamente rivisitano lo stile di Morris rendendolo però più ironico e diabolico. Nel 1984 raggiunge la fama con i famosi disegni per la Salomè di Oscar Wilde e la pubblicazione del "The Yellow Book", rivista della quale diviene direttore artistico. Si dedica anche alla letteratura scrivendo un romanzo erotico: "Under the hill", in cui è palese l'influsso di Wilde. Fra le altre sue opere ci sono i disegni per il "The Rape of the Lock" e per il "The Savoy", rivista da lui fondata con lo scrittore Symons. Dopo una vita tormentata e spesso passata in solitudine, muore giovanissimo di tisi, a soli 26 anni nella città di Mentone.

Tutte le immagini sono di proprietà di Tezuka Production © Tezuka Production