Pinocchio
A cura di Deda
Edizione italiana: Pinocchio, Ronin, 2011, 7.90 Euro, 192 pp., 1 volume -completa.
Edizione originale: Kodansha, 1952, 1 volume.
Questa recensione si basa sull'edizione giapponese dell'opera (fa parte della nuova collezione, quella bianca e dorata, uscita nel 2010). Oltre al fatto che è proprio una bella edizione, elegante, morbida con buona carta (Osamushi lo trattano bene) ha pagine in quadricromia (il classico rosso/marrone) ed è proprio bello come oggetto da collezione, con le rifiniture dorate, sottili ed eleganti.
L'edizione italiana non ho ancora avuto modo di vederla e si sentono pareri discordanti. Alcune lamentele si riferiscono alla qualità della stampa e diversi effetto moiré sulle tavole. Quelli, purtroppo, esistono anche in originale, la qualità dei materiali è quella che è.
Di per sé questo Pinocchio è un fumetto vecchissimo (anni 50) e datatissimo per appassionati Disney e forse per alcuni collodiani (non i puristi), perché è la trasposizione esatta del film d'animazione Disney.
A livello di trama, quindi, non c'è molto da commentare. Pinocchio è un film che ha fatto storia, non è il nostro Pinocchio ma tecnologicamente ha rappresento ai tempi quello che Avatar ha preteso di rappresentare negli anni scorsi.
Il fumetto è una trasposizione quasi esatta, questa è la cosa fenomenale! Se avete familiarità col film (certo gli manca l'inquadratura più famosa in assoluto ma penso che Tezuka non abbia intrapreso il rendering di quel pezzo per mancanza di capacità tecniche) tutto il resto, tranne qualche piccolo dettaglio, è il Pinocchio di Disney trasposto in cartaceo.
Praticamente Tezuka lo ha visto talmente tante volte da impararlo a memoria e non è che sia andato al cinema con matita e carta - al buio non si disegna poi molto bene - se lo ricordava e così come lo ricordava lo ha ridisegnato.
Si evince anche dal fatto che, mentre alcune cose gli sono rimaste più impresse, altre vengono fuori da ricordi più vaghi e questa vaghezza si percepisce. Questi esercizi di stile fanno comprendere da dove venga Tezuka e in che modo si auto-educasse ricopiando e ricalcando le cose che vedeva e lo ispiravano.
In pratica ha messo in atto il famoso detto: copiando si impara. In fin dei conti non ha fatto un percorso diverso da quello dei maestri del Rinascimento, che in Accademia trascorrevano anni a ritrarre le statue greche e romane prima di poter passare a disegnare le persone in carne ed ossa. Questo a dimostrazione del fatto che il disegno si basa all'80% sull'osservazione e che tutto il resto può essere acquisito con la pratica.
In pratica questo Pinocchio è un volume che vale la pena di possedere anche solo per meravigliarsi di cotanta meraviglia mnemonica.